Con un articolo pubblicato il 20.5.2024 l’ANAC ha effettuato un bilancio sulla digitalizzazione degli appalti in Italia dopo i primi quattro mesi di operatività .
Introdotta dal nuovo codice dei contratti pubblici e operativa dal 1° gennaio 2024, la digitalizzazione degli appalti ha permesso di avviare oltre un milione e seicentocinquantamila procedure di affidamento di contratti pubblici per un valore di oltre 100 miliardi di euro.
A tal fine, sono stati resi pienamente funzionanti la piattaforma per la pubblicità legale degli atti e il fascicolo virtuale dell’operatore economico.
La prima garantisce massima pubblicità ai bandi di gara su un unico portale digitale, collegato a livello europeo con l’Ufficio della Pubblicazione dell’UE; il secondo, invece, dà accesso ai documenti che comprovano il possesso dei requisiti per l’affidamento dei contratti pubblici consentendo alle imprese di inserire a sistema una sola volta i documenti che devono produrre per la gara, e alle stazioni appaltanti di accedere con facilità ai dati degli enti certificanti che comprovano il possesso dei requisiti da parte degli operatori economici.
In questa prima fase di applicazione della digitalizzazione dei contratti pubblici è stato fondamentale il ruolo dell’autorità , che ha permesso adeguamenti e soluzioni transitorie al fine di garantire il funzionamento della macchina degli appalti.
Ciò in coerenza con il ruolo assegnato dal nuovo codice all’ANAC per l’avvio del procedimento di digitalizzazione. A tal fine, l’autorità ha cercato di fornire soluzioni di fronte alle richieste provenienti dal mercato e dalle pubbliche amministrazioni, dialogando sempre con tutti i soggetti interessati.
Molto, tuttavia, deve ancora essere fatto, stante le enormi e ad oggi ancora inesplorate potenzialità del digitale nel settore dei contratti pubblici. La sfida principale, sottolinea l’ANAC, restaquella culturale, con la formazione delle persone, e l’investimento nella professionalità di coloro che lavorano nella Pubblica amministrazione.